Vietato giocare a palla, Antonio Steffenoni

Leggere, terrazzo sul Naviglio - foto: halighalie, flickr
Leggere, terrazzo sul Naviglio – foto: halighalie, flickr

“I primi giorni di agosto in città, il deserto. C’erano tutti i presupposti per non rispondere. Naturalmente aveva risposto”.

Una telefonata al cellulare manda in fumo il piano del Commissario Ernesto Campos: sistemare i 4.327 libri, stipati in scatoloni contrassegnati dalle lettere dalla A alla Z, dall’iniziale dell’autore, nella nuova libreria che si era fatto costruire lungo le pareti del salotto. Quella telefonata aveva segnato la fine del riordino dei libri, la fine del silenzio, della solitudine, della pace.

Inizia così, con un omaggio alla lettura e ai libri, “Vietato giocare a palla” di Antonio Steffenoni edito da Carte Scoperte, storia ambientata in una deserta Milano d’agosto. C’era stata una carneficina, 5 persone di una stessa famiglia, la famiglia Soriani, unico sopravvissuto il figlio Sandro, ammazzate a colpi di pistola in due appartamenti poco distanti l’uno dall’altro.


Il commissario Ernesto Campos inizia ad indagare e viene alla luce la storia della famiglia Soriani; il padre, venuto in Italia da Barcellona ad inseguire un sogno che poi fallisce, la madre oppressiva che ricatta moralmente il figlio Sandro, il fratello Maurizio, psicolabile, dedito al vino e a cattive compagnie.
Sandro, autore di fiction televisive di successo e scrittore di libri, è sparito ed i sospetti cadono su di lui.

L’indagine porta Campos a ripercorrere e conoscere la storia di Sandro Soriani, una storia di dolore e di sofferenza e lo conduce a confrontarsi con i fantasmi del suo doloroso passato. Due persone che attraverso la loro sofferenza si cercano, si incontrano e si capiscono sino alla fine, non imprevedibile, della storia.

Un bellissimo libro, dolente e pieno di amore.

Cosa mi è piaciuto ancora:
La scrittura, ricca, piena, poetica.
L’ambientazione, una Milano d’agosto “una città finalmente silenziosa, calma, calda, abbandonata. Quasi assorta.”
Il richiamo frequente al tema dei libri. Marzia, la donna di Campos, “sarebbe passata da casa a prenderlo, convinta di trovarlo intento a riordinare ‘ i tuoi adorati libri, quelli che ami infinitamente più di me, brutto vigliacco’. Pazzi, il suo vice commissario, ironico e dissacrante, gli dice “tutt’altro che stupido il Soriani, per essere uno che legge tanto”.

Un autore da approfondire e conoscere meglio, nella linea dei grandi giallisti milanesi.

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Commenti

4 risposte a “Vietato giocare a palla, Antonio Steffenoni”

  1. Avatar giuliaduepuntozero

    Ciao pietro46,
    grazie per la bella recensione che mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro, e benvenuto sul blog!
    Ciao
    *giuliaduepuntozero

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  2. Avatar luiginter

    Con un po’ di ritardo (son stato un po’ di giorni lontano dai computer…) un bel *benvenuto* a pietro46, nostro nuovo autore sul blog.

    Le sue impressioni sul romanzo di Antonio Steffenoni sono anche il segno che il noir e il giallo hanno spesso la forza di mostrarci aspetti laterali, poco esplorati delle città.

    Che è un po’ quello che vorrei fare con Milano, città che mi piacerebbe ri-cominciare ad amare, ma che faccio così fatica ad amare ancora: in questi anni è diventata qualcosa che avverto come estranea…
    Magari un filone rinnovato di gialliti milanesi potrebbe aiutarmi.

    Grazie pietro e a presto con altri tuoi consigli e recensioni.

    ciao ciao

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  3. Avatar antonio steffenoni
    antonio steffenoni

    caro Pietro46, leggo solo oggi la tua recensione al mio libro “Vietato giocare con la palla” e ti ringrazio per le belle parole che gli dedichi. Ma piacere scoprire lettori attenti e che amano condividere la passione per la lettura. Grazie. Fra un paio di mesi uscirà il mio nuovo libro e spero che non ti deluda. Grazie ancora

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  4. Avatar pietro46
    pietro46

    Bene Antonio, grazie a te per il tuo romanzo. Attendo il tuo nuovo libro, che spero abbia ancora a protagonista il commissario Ernesto Campos. Fai sapere e segui con costanza Gruppo di lettura; è fatto da ragazzi entusiasti, attenti e profondi.

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