Tzvetan Todorov, nel suo ultimo libro, La letteratura in pericolo (Garzanti), ricorda alcune cose assai importanti e preziose che però, viene da dire, i lettori appassionati sanno e conoscono bene, sono quasi ovvie.
Per esempio che fra la letteratura e la vita e il mondo, c’è una relazione costante e diretta.
Oppure che
la letteratura è pensiero e conoscenza del mondo psichico e sociale in cui viviamo. La realtà che la letteratura vuole conoscere è semplicemente (ma al tempo stesso, non vi è nulla di più complesso) l’esperienza umana.
Una lettrice o un lettore qualsiasi, interrogati, direbbero probabilmente proprio queste cose a proposito del rapporto fra letteratura e vita:
La letteratura ci aiuta a vivere: viviamo in un interscambio continuo fra le esperienza della vita e le esperienze della lettura.
Il problema, dice Todorov, è che la letteratura viene insegnata in un altro modo: soprattutto nelle università (T. ha in mente in particolare la Francia) si privilegia l’approccio tecnico tutto centrato sulle relazioni interne all’opera, in una presunta autosufficienza che la tiene lontana dal mondo.
Insomma, Todorov invita tutti a recuperare il tipo di lettura che i lettori comuni già fanno: basta ascoltare due lettori che parlano del libro che hanno letto, o entrare in una riunione di un gruppo di lettura: è evidente che personaggi, vicende, storie non stanno chiusi nelle pagine, ma si muovono in un interscambio continuo con l’esperienza di vita, la concezione della vita.
Todorov valuta così tanto questo interscambio fra la vita e la lettura che sottolinea quanto sia importante anche la lettura di quei libri che i critici e spesso anche i lettori più “evoluti” disprezzano: i libri popolari, “dai Tre Moschettieri a Harry Potter” (potremmo aggiungere anche Moccia, la letteratura gialla e rosa, o i gli albi a fumetti su cui molti di noi sono cresciuti):
Libri che permettono di costruirsi una prima immagine coerente del mondo che, possiamo esserne certi, le letture successive renderanno poco per volta più elaborata.
(su Todorov ci ritorno; nel prossimo post;)
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