Sto leggendo La pioggia gialla di Julio Llamazares (Einaudi, fuori catalogo): è una lettura del gruppo di lettura di Cologno Monzese e di uno dei Gdl di Guadalajara in Spagna.
Mi restano più o meno 50 pagine. Dovrei finirlo per domani sera quando ci sarà l’incontro.
Giuro: è un libro bello e terribile. Così terribile che son tentato di lasciarlo. E’ il racconto di un uomo che è rimasto solo in un piccolo paese dei Pirenei. Abbandonato da tutti gli abitanti, lasciato solo dalla moglie che si toglie la vita, quest’uomo rimane, solo con una cagna, avvolto in un’allucinato sforzo di oblio. Nelle pagine dominano la desolazione, il gelo, i fantasmi del passato.
Ha senso leggere un libro che provoca quasi un fastidio fisico? Anche se è indubbiamente un libro di qualità?
All’incontro, in collegamento in videoconferenza con Guadalajara, ci sarà anche l’autore.
Grazie Stefano, un refuso.
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