Molte ancora potrebbero essere le citazioni da “ La vita agra” che rappresentano un mondo che solo più tardi sarebbe diventato “ luogo comune”.
Il fenomeno del mobbing :
“ Tutto comincia il giorno che ti cambiano di stanza, col pretesto dello spazio te ne danno una più piccola da dividere con un’ altra persona; e il tavolo tuo sarà sempre più basso, più stretto, più scomodo e piazzato dietro la porta, sì che, entrando, un ospite veda subito il tuo collega, non te”
“ A me accadde […] d’ essere messo alla scelta tra un sottoscala e un terzo di stanzuccia con tavolo dietro la porta, e orientato in modo che, entrando, il vetro smerigliato andava a sbattere contro lo spigolo e si rompeva fragorosamente, e questo diventava un altro elemento negativo, che preludeva al licenziamento”.
O la produttività orientata al consumo :
“ Tutto quello che c’ è di medio è aumentato, dicono contenti. E quelli che lo negano propongono anche loro di far aumentare, e non a chiacchiere , le medie; il prelievo fiscale medio, la scuola media e i ceti medi. Faranno insorgere bisogni mai sentiti prima. Chi non ha l’ automobile l’ avrà. E poi ne daremo due per famiglia e poi una a testa, daremo anche un televisore a ciascuno, due televisori, due frigoriferi, due lavatrici automatiche, tre apparecchi radio, il rasoio elettrico, la bilancina da bagno, l’ asciugacapelli, il bidet, l’ acqua calda.
A tutti. Purché tutti lavorino, purché siano pronti a scarpinare, a fare polvere, a pestarsi i piedi, a tafanari l’ un con l’ altro dalla mattina alla sera.
Io mi oppongo.”
La scrittura di Bianciardi, come quella di altri autori a lui coevi, riusciva a farci vedere ciò che allora non si vedeva. In sostanza, lui riusciva a rappresentare il suo tempo perché da quel tempo rifuggiva. Si tratta, più o meno, della sintesi parzialissima, di un’ interessante conversazione, pubblicata, in Reset, n. 105, Gennaio. Febbraio 2008, tra Reset, Alfonso Berardinelli, Andrea Cortellessa, Giulio Ferroni , su “ La letteratura nell’ epoca della mucillagine”, che parte dal capitolo del testo di Berardinelli ( Casi critici. Dal postmoderno alla mutazione), intitolato Le angosce dello sviluppo.
Se per quegli autori “esisteva un tema chiaro, una società che impetuosamente cresceva, , sebbene con una enormità di problemi sociali, ma con una grande vitalità” ora “la letteratura sembra immergersi nel flusso della comunicazione […] facendosi carico di tutta la virtualità corrente del consumo culturale”. E fatica ad attraversare criticamente il presente con il linguaggio della letteratura. O così pare a qualcuno.
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