Un argomento su cui io e il mio ragazzo dibattiamo spesso è la differenza terminologica fra giallo, noir, thriller. Cerchiamo di fare un po’ di ordine.
Cercando su Google, ovviamente ho trovato le più disparate soluzioni.
Ad esempio su Wikipedia leggo che per giallo si definisce quel “genere che ha al centro del suo interesse il crimine”. Fra le varie sottocategorie di gialli, poi, scopro che l’hard-boiled è “il genere americano per eccellenza, quello in cui il delitto viene combattuto da un detective privato con metodi spesso non meno violenti o più corretti di quelli usati dal criminale”, il noir rappresenta “in qualche modo l’altra faccia della storia di un crimine, quella vista dalla parte del criminale, o comunque [è] un genere in cui manca la consolatoria e razionalizzante soluzione finale con conseguente cattura del colpevole, caratteristica del giallo classico” e nel poliziesco “la soluzione del caso è affidata all’opera degli investigatori istituzionali, la polizia nelle sue varie forme nazionali”.
Su pacioli.net, del giallo-noir si dice che “l’accento è posto sull’ambiente, quasi sempre moralmente corrotto e degradato, che fa da sfondo alla vicenda, e sulle psicologie dei personaggi”. Nel thriller, invece, “la soluzione dell’enigma appare del tutto secondaria rispetto alle azioni e agli eventi, sovente incentrati sulle vicissitudini di uno o più protagonisti la cui vita è messa a repentaglio da criminali, killer, pazzi omicidi ecc..”.
Discutendo con il mio ragazzo, noi siamo giunti a tre distinzioni. Nel giallo investigativo c’è una persona che risolve un crimine usando la speculazione intellettuale, un metodo scientifico, l’analisi, la deduzione. Non c’è quindi spargimento di sangue, non c’è generalmente violenza, spesso il giallo inizia a crimine già compiuto. Last but not least, non c’è suspance.
Il thriller, invece, è caratterizzato da suspance, ansia; un thriller è per definizione un page-turner, come indica il termine stesso: thrilling.
Nel noir, infine, quello che conta è l’ambientazione estrema (solitamente periferie emarginate, città decadenti, sobborghi malfamati – si pensi alla Marsiglia di Izzo o alla Los Angeles di Ellroy), ma anche il protagonista: generalmente in chiaroscuso, ai margini della legge anche se formalmente _è_ dalla parte della legge. Il noir approfondisce maggiormente l’aspetto psicologico dei personaggi, c’è una forte componente di violenza, fisica e quindi anche nella scrittura, ed è il genere più letterario fra quelli esaminati. Una sotto categoria del noir è il genere hard-boiled, nel quale la violenza è ancora più esasperata, fino ad arrivare a rabbrividire, quasi.
Si può quindi giocare a incasellare i vari libri letti. Izzo: noir, ovviamente. Ellroy pure. I vari Cornwell, Deaver, Follett: thriller. Agatha Christie, Conan Doyle: gialli. Margaret Doody e il suo Aristotele detective è un altro buon esempio di giallo più recente.
Si possono poi fare altre mille distinzioni fra sotto-generi, il legal thriller, i gialli storici, quelli polizieschi, quelli psicologici, e così via, ma sono di facile interpretazione.
Queste definizioni, ovviamente, sono delle conlusioni personali a cui siamo giunti io e Andrea in base alla nostra _esperienza_. La discussione è aperta.
*giuliaduepuntozero
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